lunedì 24 maggio 2021

Impressioni su *Corpo del tempo* di Carla Bariffi

Corpo del tempo  


Questa di Carla Bariffi è un’opera unidimensionale, in cui la realtà corrisponde al campo visivo dell’autrice, in cui Dietro la pelle/c’è l’universo/che non è il mondo/ma l’estensione dell’io. Lo spazio e il tempo sono dimensioni esperite dalla Bariffi esclusivamente in funzione della scrittura e l’altrove stesso risiede anch’esso nella mente e nello spirito.

«Corpo del tempo» edito da Terra d’Ulivi nel 2021 nella collana I Granati è il penultimo  lavoro di Carla Bariffi nata a Bellano, località intrisa di echi letterari e situata sulla sponda orientale del manzoniano Lago di Como. Il tempo è sicuramente il tema centrale di questo lavoro, è un tempo ciclico:

 

Penso al tempo, nel mio tempo, che ritorna

 

Il tempo ricopre di tempo le cose

cascata di visioni

a grappolo sul dorso

 

dove esiste il cadere, lo sgranare gli occhi, l’osservare.

La forma che la Bariffi predilige è la strofa di cinque versi liberi, che spesso si presenta nella veste di aforisma, contraddistinto dalla brevitas e dalla caratterizzazione metapoetica dell’argomentazione. Tutto esiste per essere trasformato, plasmato, ridotto in scrittura. L’atto creativo è percepito come una gestazione e, alla sua conclusione, come un parto, e il luogo della creazione è naturalmente la mente che intrattiene con il corpo relazioni viscerali, carnali in un gioco encefalico:

Il corpo aderisce al ballatoio

che la mente governa.

In altri casi notiamo una frequenza nell’uso della frase nominale o dell’elenco anche in forma anaforica e ciò a dimostrare evidentemente un’assenza di necessità di predicazione, di registrazione dell’azione compiuta, quanto piuttosto la volontà di riportare l’esistenza, lo stato, l’essere.

I versi di «Corpo del tempo» sono imbevuti di Prana, presentano scie di aria, di respiro, anche quando sono versi descrittivi e impressionistici. La realtà è composta da uno strato di nero che va smussato, levigato e imbiancato mentre il soggetto osserva il mondo attraverso qualche oggetto-schermo: un uovo, un muro, un guscio protettivo. Il nero è vivo e palpita.

Lo spirito segreto del corpo va a mescolarsi con la Natura, dimensione creata da un Dio-Demiurgo in cui tutto confluisce in forma di aria. L’interpretazione del mondo e della Natura necessita di una visione non solo filosofica ma più frequentemente matematica; alla fine di questo percorso di analisi della realtà, il soggetto compie le sue operazioni finali:

La mente divide gli addendi

la lingua li estrae

(e l’occhio si bea).

Vengono usate parole di una certa caratura poetica, come nel caso della parola “ricordanza” oppure la parola viene sottoposta ad una segmentazione che serve evidentemente per cercarvi dentro significati altri: così accade a s-conosciuti, a s-governati, a in-scritto o ancora a ra-mi-fi-ca-zio-ni. Le sonorità sono ricercate, le assonanze e le allitterazioni sono molto presenti. La lingua ha un ruolo centrale nella poesia della Bariffi, intendendola sia come mezzo di comunicazione che come organo corporeo dotato di vita propria che compie gesta eroiche ed è sempre pronto alla scoperta del mondo sensoriale.

La solitudine è un tema ricorrente, si cita anche Pascal che afferma che l’uomo è incapace di stare da solo, la solitudine è percepita come farebbe un bambino che sperimenta la paura del buio come paura primigenia, atavica che lo porta ad avvertire uno straziante scoppio nel petto. La solitudine è condanna ma anche necessario stato psico-fisico per dedicarsi alla scrittura.

 

Scrivere è potenza che si stempera

impotente dalle dita

per andare a schiantarsi sul muro

del nostro sentire.


*

www.menaboonline.it/author/carol-guarascio



giovedì 1 marzo 2018

Bromeliacee


 L’intrepida falce di luna
è lì, nella morbida conca

baciata dal solco dei monti.
Un attimo e affonda

nel libero arbitrio del mondo.

*

Parola chiave
chiave in parola

la connessione
invisibile

tra ogni particella.
Solo conoscendo

giungiamo a toccare.

*

Diluito
in ogni contrasto di luce

è questo silenzio serale
che scivola dentro.

Si stempera lungo le crode
ancora irrorate

dal lago che brilla.

*

È una svolta silenziosa
la poetica sul lago

trattiene, smisurata, la passione
nell’incontaminato attimo che assolve

sentimento e libertà.

*

Improvvisare versi
sulla base di un’immagine di luce.

Lo sguardo si compie alleanza
con il Dio che riverbera dentro.

 


lunedì 17 luglio 2017