Stefano Re
Mi sorprendo corpo nel corpo
dei miei pensieri - corpo che esonda
di luce impropria, torturato dal buio
della marginalità. Mi sorprendono
i tuoi occhi ballerini sul mo corpo,
quasi di soppiatto a ricercare
il tempo coagulato tra le rughe.
Viviamo la distanza, distiamo
il tempo esatto dello sguardo,
dei tuoi occhi azzurro cieco
ribaltati sul timore del giudizio.
Resto immobile al passaggio
del tuo corpo, mi sorprendo
fuggitivo. Come un canto ovattato
dalla nebbia.
Mi sorprendo corpo nel corpo
dei miei pensieri - corpo che esonda
di luce impropria, torturato dal buio
della marginalità. Mi sorprendono
i tuoi occhi ballerini sul mo corpo,
quasi di soppiatto a ricercare
il tempo coagulato tra le rughe.
Viviamo la distanza, distiamo
il tempo esatto dello sguardo,
dei tuoi occhi azzurro cieco
ribaltati sul timore del giudizio.
Resto immobile al passaggio
del tuo corpo, mi sorprendo
fuggitivo. Come un canto ovattato
dalla nebbia.
CORPO STELLARE
Fabio Pusterla
Mi segui con un pensiero, sei un pensiero
che non devo nemmeno pensare, come un brivido
mi strini piano la pelle, muovi gli occhi
verso un punto chiaro di luce. Sei un ricordo
perduto e luminoso, sei il mio sogno
senza sogno e senza ricordi, la porta che chiude
e apre sulla corrente di un fiume impetuoso. Sei una cosa
che nessuna parola può dire e che in ogni parola
risuona come l'eco di un lento respiro, sei il mio vento
di foglie e primavere, la voce che chiama
da un posto che non so e riconosco e che è mio.
Sei l'ululato di un lupo, la voce del cervo
vivo e ferito a morte. Il mio corpo stellare.
Fabio Pusterla
Mi segui con un pensiero, sei un pensiero
che non devo nemmeno pensare, come un brivido
mi strini piano la pelle, muovi gli occhi
verso un punto chiaro di luce. Sei un ricordo
perduto e luminoso, sei il mio sogno
senza sogno e senza ricordi, la porta che chiude
e apre sulla corrente di un fiume impetuoso. Sei una cosa
che nessuna parola può dire e che in ogni parola
risuona come l'eco di un lento respiro, sei il mio vento
di foglie e primavere, la voce che chiama
da un posto che non so e riconosco e che è mio.
Sei l'ululato di un lupo, la voce del cervo
vivo e ferito a morte. Il mio corpo stellare.
Francesco Marotta
Secrezioni di un male
che si abita viscere e
sangue, un viaggiare degli anni
su una corda che ha
consistenza di eco, e resiste
con l'arte sottile che
ora stringe, ora allenta, ora
brucia e rinsalda, scolora
riprende, intrisa di umori
notturni, di piume strappate al
l'ala fetale, al ritmo dei giorni
al sesso, a un amplesso
dissennato e coeso, in uno
con quello che avanza, che
resta e si oblia, si veste
ancora di vita, nessun foglio
contiene a misura il
flusso dell'ultima acqua
il riflusso, il deflusso del seme
la cura che evoca mani
d'angoscia, e il tuo volto
bambino che strappa alla notte
una stilla, una benda inzuppata
di luce, di alcol, di fame
la promessa che dice il
ricamo pungente di altre
albe sugli occhi
Secrezioni di un male
che si abita viscere e
sangue, un viaggiare degli anni
su una corda che ha
consistenza di eco, e resiste
con l'arte sottile che
ora stringe, ora allenta, ora
brucia e rinsalda, scolora
riprende, intrisa di umori
notturni, di piume strappate al
l'ala fetale, al ritmo dei giorni
al sesso, a un amplesso
dissennato e coeso, in uno
con quello che avanza, che
resta e si oblia, si veste
ancora di vita, nessun foglio
contiene a misura il
flusso dell'ultima acqua
il riflusso, il deflusso del seme
la cura che evoca mani
d'angoscia, e il tuo volto
bambino che strappa alla notte
una stilla, una benda inzuppata
di luce, di alcol, di fame
la promessa che dice il
ricamo pungente di altre
albe sugli occhi
* * *
e quì un pizzico del mio:
http://nebbiaerisaie.wordpress.com/2012/06/27/carla-bariffi-sulla-poesia/