venerdì 30 agosto 2013

Anamnesi

"Platone sostiene che la reincarnazione è un principio di conoscenza". Questa è un'altra voce ancora, quella del mio giovane e bellissimo padre che sedeva con me sotto l'albero di ciliegio del campo di concentramento e cercava di rendermi familiare la storia della filosofia.
"Platone pensava che la nostra conoscenza derivasse da una memoria antica, chiamata anamnesi. Un ricordo che prende le mosse da una formula matematica. La conoscenza di un luogo lontano e perduto che si chiama Iperuranio, capisci Daciuzza, un luogo conosciuto dalla nostra memoria primaria, quella antecedente alla nostra nascita."


tratto da: La grande festa, di Dacia Maraini


* * *

"Ero nel panico" scrive, "cercai di muovere le mani per toccare il tubo ma le braccia non risposero all'ordine, non si mossero. cercai di agitare la testa sul cuscino ma presto mi fermai perchè la gola mi faceva male. cercai di proiettare un comando mentale ma mi facevo ridere da sola. Allora cercai di ricordarmi qualche verso a memoria, di quelli che sempre mi calmavano con l'onda ritmata delle immagini."
.
(pag. 220)


(la mia casa)

* * *

"Quando considero la piccola durata della mia vita assorbita nell'eternità che la precede e la segue" scrive Pascal, "quando considero il piccolo spazio che io occupo e quello pur così piccolo che io vedo, inabissato nell'infinita immensità degli universi che io ignoro e che mi ignorano, mi spavento e mi sorprendo di vedermi quì piuttosto che là, poichè non v'è ragione per cui io stia quì piuttosto che là, per cui sia adesso piuttosto che allora. Chi mi ci ha messo? Per ordine e per opera di chi sono stati destinati a me questo luogo e questo tempo?
Memoria hospitis unius diei praetereuntis (Ricordo dell'ospite di un giorno che subito passa, Libro della Sapienza)".

lunedì 26 agosto 2013

Giochi linguistici (libertà e potere della scrittura)

Giochi linguistici
e giochi psicologici
la scrittura non ha sesso
se la osservi dal di fuori
se la scavi, invece,
mostra la doppiezza
così che, se tu ti fingi
mostri l'individuo altro.





"L'analisi dev'essere oggettiva, rigorosa, neutrale."

Michel Foucault


* * *

Per il critico che è in noi stessi, questa deve essere una regola fondamentale.
il mestiere di critico è un'invenzione, siamo tutti, potenzialmente, dei critici!


*


Rileggendo il mio commento in calce potrei sembrare riduttiva nei confronti di queste imponenti figure, ma ho sempre avuto uno spirito provocatorio nei confronti delle sviscerazioni emotive...

si parla tanto del mestiere di critico come se fosse il più difficile...ma una cosa è certa...il critico migliore è quello che non elogia continuamente!
io finora leggo solo critiche positive, come mai?



A tal proposito voglio aggiungere un fatto.
mia figlia ventenne ha appena finito di leggere: la lucina di Moresco.
il suo parere è stato negativo, dice che non ha niente a che vedere con "il piccolo principe" a cui è stato paragonato nell'introduzione...l'ha trovato ripetitivo...
non le ha lasciato alcun segno!



Meraviglia delle differenze...

.

venerdì 16 agosto 2013

Disquisizioni antropologiche



Leggo i libri degli altri
mentre i miei quaderni riposano
come il riso Venere, che cuoce lento
sulla stufa in ghisa
- il sole sta infiammando la mia pelle
mentre leggo, sul balcone, la lucina di Moresco -
e gli interrogativi si interpongono
a strati, come le melanzane appena affettate,
sottili, nell'iperspazio che li unisce, che ci unisce.
Hai descritto un bambino perfetto
e un tempo, fuori dal tempo, dove i gesti tornano essenziali,
le domande, spiegazioni di un silenzio primordiale
che popola i nostri fantasmi.
Dietro il miraggio, non c'è la morte,
ma una rinascita.


Mi sento rabbrividire di nuovo
mentre cammino ai bordi del bosco,
e sussurro tra i denti principi
e pensieri diversi.
Il mio corpo attraversa un cambiamento
che ripiega sulla mente.
Tende a racchiudere
nei limiti la vista
a sfocarla, qualche volta.

è l'immobile farfalla che sul muro
è rimasta intrappolata.


lunedì 5 agosto 2013

Sottobosco

Arriva un momento
nella nostra vita
in cui i ricordi si ripresentano
(disconnessi e vermigli)
seducenti come serpenti
e crudeli, come il sottobosco
quando osservi le minuscole entità
divorarsi tra di loro.


Esiste uno sgabuzzino
nel giardino della mia mente
dove si conservano libri
con illustrazioni a colori
e c'è una cassettiera,
verniciata di bianco
che non si può aprire.


.