Cosa sei tu che mi fluisci nel sangue e sali nella mente mina in un campo
venerdì 30 gennaio 2015
Disgelo
Rumore di passi
sull'acciottolato
sorprendono il buio
ho gli occhi malati
e l'aria gelata li desta.
Vorrei nel tuo verbo sostare
guardarmi dalla tua fronte
scoprire quell'onta che
il margine sfiora.
Così minuscoli siamo
e brevi
nel suono perentorio di campane
in lontananza
Qualcosa ci unisce
nella sera che accarezza
l'anta aperta sul cortile.
Può bastare un'eco
nel buio una voce
a rievocare un viso
La frase cancellata ma
presente
Un petalo di mandorlo
che vola.
giovedì 29 gennaio 2015
Perìgeion
Dal 1° febbraio esordisce PERIGEION, nuovo luogo di interscambio culturale.
Vogliamo proseguire sulla strada aperta dalla “Dimora del tempo sospeso” che è stata per noi la casa accogliente nella quale imparare ed incontrare scritture libere, feconde, propositive.
Vorremmo allora seguire l’esempio di Francesco Marotta e per questo siamo qui a sognare un luogo in cui, sotto i buoni auspici della farfalla che Francesco scelse a suo tempo come segno di bellezza e di speranza, si possa, avvicinandosi alla terra e su di essa, al contempo, compiendo voli della fantasia e del desiderio (ed è questo il senso del nome “perìgeion”) attraversare scritture ed arti che sappiano restituirci la gioia di leggere e di meditare.
Benvenuto dunque a chiunque abbia, con serietà ed onestà, qualcosa da dire, benvenuto a chiunque rechi con sé il desiderio di ascoltare e benvenuto a chiunque creda nella bellezza e nella scrittura come atti di libertà, riscatto e resistenza.
Desideriamo non ci sia posto per i narcisismi, né per gli esibizionismi, ma per la poesia e l’arte senza limitanti aggettivi e senza aberranti etichette.
Non pubblicheremo nulla di “nostro”, fatti salvi gli articoli di critica e le traduzioni di nostra mano: per il resto Perìgeion vivrà dei contributi di tutti gli amici che vorranno animarlo e sostenerlo.
Non ci interessa promuovere i nostri testi o i nostri libri, ma, amici uniti dalla stima e dall’affetto reciproci, ci preme incontrare altri amici (autori o lettori o appartenenti ad entrambe le categorie) e continuare a credere nella necessità di fare arte, di scriverne, di investire in maniera puramente e gioiosamente gratuita tempo ed impegno.
Vogliamo proseguire sulla strada aperta dalla “Dimora del tempo sospeso” che è stata per noi la casa accogliente nella quale imparare ed incontrare scritture libere, feconde, propositive.
Vorremmo allora seguire l’esempio di Francesco Marotta e per questo siamo qui a sognare un luogo in cui, sotto i buoni auspici della farfalla che Francesco scelse a suo tempo come segno di bellezza e di speranza, si possa, avvicinandosi alla terra e su di essa, al contempo, compiendo voli della fantasia e del desiderio (ed è questo il senso del nome “perìgeion”) attraversare scritture ed arti che sappiano restituirci la gioia di leggere e di meditare.
Benvenuto dunque a chiunque abbia, con serietà ed onestà, qualcosa da dire, benvenuto a chiunque rechi con sé il desiderio di ascoltare e benvenuto a chiunque creda nella bellezza e nella scrittura come atti di libertà, riscatto e resistenza.
Desideriamo non ci sia posto per i narcisismi, né per gli esibizionismi, ma per la poesia e l’arte senza limitanti aggettivi e senza aberranti etichette.
Non pubblicheremo nulla di “nostro”, fatti salvi gli articoli di critica e le traduzioni di nostra mano: per il resto Perìgeion vivrà dei contributi di tutti gli amici che vorranno animarlo e sostenerlo.
Non ci interessa promuovere i nostri testi o i nostri libri, ma, amici uniti dalla stima e dall’affetto reciproci, ci preme incontrare altri amici (autori o lettori o appartenenti ad entrambe le categorie) e continuare a credere nella necessità di fare arte, di scriverne, di investire in maniera puramente e gioiosamente gratuita tempo ed impegno.
lunedì 26 gennaio 2015
Gottes zeit ist die
Bestelle dein Haus; denn du wirst sterben und nicht lebendig bleiben!
Es ist der alte Bund: Mensch, du mußt sterben!
Metti in ordine la tua casa, perchè morirai.
Questa è l'antica legge: uomo, tu devi morire.
venerdì 23 gennaio 2015
martedì 20 gennaio 2015
Trittico della Natura
Il cosmo è un grembo
pronto ad accogliere lo spicchio
aspro dell'agrume che mi offri
ebbra, io
di colarti tra le dita.
sabato 17 gennaio 2015
Lettere dal mondo offeso, Christian Tito Luigi Di Ruscio
Leggo la corrispondenza tra Christian Tito e Luigi Di Ruscio e più mi addentro nell’intimità degli scambi epistolari più mi pervade una forma di amore che solo le lettere, in certe circostanze, sanno trasmettere all’animo umano. Avverto il forte rispetto, la curiosità, l’affetto, che piano piano creano un legame saldo e duraturo, di grande amicizia, così raro alla nostra epoca.
Ho molto apprezzato gli intermezzi sui gatti, Luigi dice che i gatti tigrati sono i più intelligenti, e dice anche che da ragazzino in tempo di guerra, l’ha pure mangiato. È una persona schietta, dice quello che pensa, anche a costo di perdere alcuni contatti importanti, ma questo non può che fargli onore. Esprimere sempre ciò che si pensa è coraggioso.
Mi piace aver saputo che fu proprio Quasimodo ad aver avuto la determinazione di proclamarlo vincitore di un premio letterario.
Più mi inoltro nella lettura e più mi accorgo che il titolo è azzeccato. Tutto ruota intorno ad una libreria e tutto ruota intorno a un mondo offeso.
Lettere come testimonianza di un rapporto autentico e prezioso perché leggendole si viene proiettati in due mondi diversi che sanno dialogare e si confrontano, che si rivelano e che si abbracciano, e tutto questo con grande amore e dedizione verso la poesia che ne è l’ispirazione.
Scrivere come atto di catarsi, scrive Di Ruscio, per esorcizzare le paure e la rabbia...lo condivido pienamente.
I suoi lapsus sono tenerissimi come questo che mi viene in mente ora: amicizia casa rara.
Credo che nel capitolo VI in Quell’essere insieme, Christian Tito sia riuscito a raccogliere la vera essenza del grande Luigi.
Mi ha particolarmente commossa sentire la forza di questo legame anche dopo la sua morte, sentire le due voci rompere la barriera dello spazio per trovarsi vicinissime e affini pur mantenendo le loro così distanti generazioni.
Ho ritagliato alcune sue poesie che sono sparse lungo i dialoghi, meravigliose parentesi di bellezza e forza…Grazie Christian per avermi regalato emozioni così intime e grazie per aver messo alla luce una poesia che merita tutto il rispetto del mondo.
A te posso dirlo
Ed ecco la nuova comunione: oltre al pane e al vino vogliono l’acciaio
Quotidiano. La fabbrica è la cattedrale contemporanea. Che sia riuscito
a mantenere la mia famiglia, moglie e figli quattro, con il mio lavoro,
col mio semplice e nudo stipendio di metallurgico, è cosa favolosa.
Da: Le mitologie di Mary, LietoColle
L’universo cieco
Spasimava dalla voglia di vedersi
Alla fine riuscì a creare l’occhio umano
E l’universo finalmente è riuscito a vedersi
Poi gli uomini crearono Iddio.
*
Con la fine degli umani
I grattacieli si copriranno
Improvvisamente di licheni spumosi
Gli asfalti inizieranno fioriture
Che richiameranno gli insetti più luminosi
Nessun gatto
Rischierà di venire castrato
Nell’universo rimarrà lo splendente ricordo
Di essersi visto con l’occhio umano.
L’Iddio ridente, Ed. Zona
*
Speravo che le mie poesie divenissero esplosive,
una bella botta in faccia appena aprono il pacchetto.
*
Ho la bocca piena di farfalle
e se apro la bocca
voleranno via tutte
e non ritorneranno neppure
se rimango a bocca spalancata
per una eternità.
Troppe le poesie iscritte e devo sostenerle tutte
questa identità è come la peste
si rimane contagiati per l'eternità
e vorrei almeno ritrovarmi in un altro sottoscritto
capace di sonni tranquilli
assestati e in una perfetta solitudine
e invece ti ritrovi nella disperazione di tutti
e non si salva neppure la gatta.
*
La peste umana assalta anche le farfalle tutte sbilanciate nei voli,
solo i gatti della mia infanzia sono rimasti sani
vivendo esclusivamente nella memoria sottoscritta.
*
Tutto è vero e falso nello stesso tempo
Giusta è solo la pietà verso tutte le cose.
L’allucinazione, Cattedrale
mercoledì 14 gennaio 2015
La Natura, la Vita, la Morte - Giovanni Segantini
In questa foto, con il suo panciotto corto e la mano in quella posa, mi ricorda fortemente Klimt!
Domenica 11/01/2015, visita alla mostra di Giovanni Segantini, Milano Palazzo Reale.
La coda è interminabile ma la zia Adelia, Renata e io ci facciamo strada tra la folla ed esibiamo i nostri biglietti prenotati, sono le 12 e 35 quando varchiamo la soglia verso quei paesaggi che il maestro ci mostra con grazia ...
Ave Maria a trasbordo II
Ho scelto solo tre foto perchè su internet non ho trovato una buona qualità per i quadri che volevo inserire i cui titoli sono:
Il coro di Sant'Antonio
La benedizione delle pecore
Nature morte
L'ora mesta
L'anatra appesa
Vaso con azalea bianca
Petalo di rosa
La storia del maestro è interessante, resta orfano in giovane età e per lui la figura della madre sarà sempre doppia, la madre perduta e la madre matrigna.
Le due madri è un titolo che spesso ricorre nelle sue opere, la donna e la bestia con in grembo e accanto i loro piccoli cuccioli.
Resta orfano a soli 8 anni e da li inizia la sua travagliata vita "di strada".
Sarà l'incontro con un sacerdote a metterlo sulla strada dell'arte ma si renderà conto di essere un artista solo quando ritrarrà il volto malato di una bambina morta, poichè alla madre, guardandolo, sembrerà per un attimo di dimenticarne il dolore.
Muore colpito da peritonite fulminante in una baita, a oltre tremila metri d'altezza e a soli 42 anni.
La ricerca materica è sempre presente, forte, ostinata, così come la ricerca della luce, dei chiaro scuri che in alcuni quadri mi hanno tanto ricordato il grande Caravaggio.
Nei suoi quadri non si avverte la fatica ma piuttosto una levità ricopre ogni gesto...credo si tratti di un tocco di grazia. Ho letto in un trafiletto sul muro che amava le pecore tosate perchè solo così poteva avvertire, nella forma, ogni singolo muscolo del corpo, ogni osso pervaso di vita.
Ave Maria sui monti
La natura morta raffigurante il cesto di uova accanto ai polli sgozzati con solo un uovo rotto in primo piano è molto simbolico, poichè l'uovo è considerato la forma geometrica perfetta per quel suo ovale che dentro racchiude l'equilibrio della forma, l'equilibrio della vita...
l'erba con i fiori (tecnica puntiforme) le piume dell'anatra bianca, il legno.
Il bianco è tra i colori più difficili da realizzare così come l'effetto della trasparenza dell'acqua e la neve, la neve ...!Poi c'è lo studio della foglia del pino cembro (studio sul paradiso), con tutti quegli aghi ...
Il vaso con l'azalea bianca, in verticale, è molto piaciuto a mia zia che lo vedrebbe benissimo appeso a una parete della camera da letto.
Il quadro qui sotto, Dopo il temporale, bisogna immaginarlo che ricopra tutta una parete, e poi contemplarlo dalla giusta distanza, assaporando la freschezza dell'aria, l'umidità delle zolle, la bellezza delle altezze incontaminate ...
*e tutte le cose furono come una sola cosa
abbracciata per sempre dalla sua silenziosa
potenza come dall’aria.
Partita è su i vènti ebra di libertà l’anima dolce e rude
di colui che cercava una patria nelle altezze più nude
sempre più solitaria.*
Gabriele D'Annunzio in memoria di Giovanni Segantini
giovedì 8 gennaio 2015
Traiettorie
Il gattino ha lo sguardo innocente
del gioco perpetuo.
Quando cade nel sonno
immobile si fa la sua presenza
ma l’incanto è negli occhi che scrutano
la visione improvvisa di gazzelle
nel deserto del Sahara.
*
L’intuizione
è l’estremità di ogni congiuntura.
*
La scienza è l’evidenza delle pieghe
nell'anatomia di San Bartolomeo
quando veniva scorticato da Marco D’Oggiono
per evidenziare ogni muscolo del corpo.
*
La pace della casa è un complotto
ai danni dell'essere
quando è pervaso da ogni silenzio.
*
Le striature rosa
nel cielo crepuscolare
disegnano epigrammi intraducibili.
*
Privarsi del centro
porta all'oggettivazione del nucleo;
alla morte dell'individuo.
*
Il sole è caldissimo
in questo mattino invernale;
la morte accarezza ogni stipite.
È necessario addomesticarla
per non farla apparire tragica.
*
Nel giardino regale
la caccia al tesoro era un rito.
Gli anni migliori
li ho vissuti inconsapevolmente.
*
L'hennè ha molte sfumature
io scelgo il mio mogano acceso
caldo come l'iride incendiato
di una biglia contro il sole.
lunedì 5 gennaio 2015
Rapsodia in rosso, nota di lettura di Christian Tito
Carissima Carla,
mi ero ripromesso di scriverti entro fine anno e mi piace passare parte delle ultime ore di questo bel 2014 a scrivere del tuo libro. Tra le cose belle, per quanto mi riguarda, l'anno mi ha dato tante nuove amicizie nel mondo della poesia, cosa per me nuova, inaspettata e molto gratificante.
Ho (ri)letto il tuo “Rapsodia in rosso” proprio in questi giorni. Di solito un libro (prima di poterne dire qualcosa) devo leggerlo almeno due volte. Col tuo mi é stato particolarmente necessario , primo perché non é un libro immediato nell'accessibilitá
(questo per me é un pregio poiché porta il lettore a continue riletture come una stimolante caccia al tesoro ) in secondo luogo perché faccio sempre un po' di fatica con i poemi o le poesie molto lunghe. Mi risulta molto più facile essere fruitore di poesie brevi forse per incapacità della mia mente di tenere alta la concentrazione al livello massimo come esige la lettura di poesia. Detto questo, ho molto apprezzato alcuni frammenti che, a mio avviso, sono in equilibrio perfetto tra mente, corpo e spirito , fonti da cui la tua poesia attinge a piene mani e questo é molto bello poiché é raro. Per me sono davvero riusciti in questo senso tutti i seguenti passaggi:
(questo per me é un pregio poiché porta il lettore a continue riletture come una stimolante caccia al tesoro ) in secondo luogo perché faccio sempre un po' di fatica con i poemi o le poesie molto lunghe. Mi risulta molto più facile essere fruitore di poesie brevi forse per incapacità della mia mente di tenere alta la concentrazione al livello massimo come esige la lettura di poesia. Detto questo, ho molto apprezzato alcuni frammenti che, a mio avviso, sono in equilibrio perfetto tra mente, corpo e spirito , fonti da cui la tua poesia attinge a piene mani e questo é molto bello poiché é raro. Per me sono davvero riusciti in questo senso tutti i seguenti passaggi:
Ma gli angeli , incarnati nella pelle,
conoscono l’abisso
e tremendo è l’animo che scruta.
--
Non temere i dèmoni del corpo,
le illusioni della mente, l’incertezza della vita.
Ascoltarsi solamente
Come vibrazione cristallina, flusso di Torrente
memoria senza tempo.
--
Staccarsi dai beni materiali
Una delle più alte rinunce
È un po’ come esporsi , nudi,
alla contemplazione del mondo
senza riconoscersi.
--
Le montagne sono
Drappeggi di seta
E il lago
Un arabesco di cristalli
-cobalto e argento-
Intessuti come fossili
Nell’assoluto assetto delle stelle.
--
Altra mia passione sono quei versi ibridi simili a frammenti di pensiero o a piccoli aforismi:
La coscienza è la barriera che trattiene
prigioniera la sua ombra.
Tornare nell’infanzia
con la coscienza di un vecchio.
questa è la felicità.
Stupendi i versi finali:
Nel respiro che trema
raccolgo la pelle del cosmo
e immortalo la bellezza.
Questi passaggi mi hanno davvero entusiasmato e, capirai, da tutto quanto ciò che ti ho detto perché, allo stesso modo, fui molto colpito dai tuoi brevi frammenti inediti pubblicati su Via lepsius. Personalmente, continuerei ,in quella direzione, ma , appunto, é solo un mio gusto personale per quello che può contare. Qualcun'altro magari ti dirá l'esatto contrario e io te lo auguro. In fondo é bello che chi scrive apra agli altri con fiducia la possibilità di ricevere impressioni e consigli, ma poi, alla fine, é l'Autore che ha, che deve avere, l'ultima parola. Ad ogni modo grazie tante per il tuo dono. Spero di esserti stato utile e auguro a te e ai tuoi cari un grande 2015
giovedì 1 gennaio 2015
Gocce di resina
Avere l'indipendenza
è un traguardo speciale
che i figli a volte ostacolano
ma essere partecipi
fa parte di un progetto
che non teme sofferenza.
*
Il porpora accende i contorni
lontani presagi le cime
la sera non è mai la stessa
vorrei cristallizzare l'emozione.
*
Le regine si torturano
nell'involucro dei loro mondi dominanti
soffrono perché conoscono
l'appartenenza del sangue e la sua conseguenza
la dominazione del più forte
e la pèritura del più debole
ma i cicli si alternano
e il trono resta sempre
fragile.
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