Solo il respiro del vento
Tra queste fessure
È la visione.
Chissà se qualcuno l’ha mai disegnato
Quel cratere
Delineandone i contorni
Immergendosi
Nel lago che lo cinge.
La sera ha un nuovo viso
Una prospettiva larga.
La profondità
È il pensiero che la erige.
L’anello del Monte Muggio
Ho percorso camminando.
I momenti più belli
Dentro l’abetaia
Dove il passo sincronizza con la voce.
*
Ho un fazzoletto di cielo
Sopra il mio ballatoio.
Da lì, posso scorgere stelle
E poiane, quando il cielo è più azzurro.
Si librano come farfalle
Immobili nella corrente.
Libellule sopra lo stagno
Di questa esistenza.
*
Non siamo ancora
Dentro la goccia scavata.
Il destino prende tempo,
lo centellina, come si fa con il vino
senza curarsi - dell’imprevisto.
I funerali
Sono la giostra che mitiga il caldo;
un freddo respiro di brina.
La madre è la madre
Qualsiasi natura lei vesta.
*
Il coma è l’oltraggio del corpo
Privato della sua espressione.
Il nulla reso inerte e assoluto.
*
Inumidire
Le labbra nell’attesa
Che il pensiero realizza.
In solitudine, si esaltano i sapori.
La natura morta, appesa alla parete
fibrilla.
*
Basta cambiare una parola,
slegarla e legarla al contesto
giocandoci sopra.
Così nasce la speculazione.
*
Si elogiano gli scrittori
Di romanzi criminali
Ma anche folkloristici
Per certi versi di paese.
È il poeta che manca
Per le contrade allestite a festa
Per l’occasione.
Ma il poeta è in disparte
Medita – osserva –annota.
Poi tira le somme
E nasce l’assioma.
Assioma: dignità, postulato.
Verità evidente per sè stessa,
che è
universalmente accettata senza dimostrazione,
e che serve a dimostrare altre proposizioni.
*
Il vocabolario
È paleolitico
Ma è così che lo voglio sfogliare.
Le sue pagine
In filigrana sottile
Procurano piacere alle dita
Inumidite ogni volta.