lunedì 4 luglio 2016

Anticipazione nota di Gianmarco Pinciroli e postfazione di Sebastiano Aglieco a: Vena che pulsa



Sono rimasti i poeti a parlarci degli elementi di natura come luoghi d’amore: acqua, aria, fuoco, terra, e luce, “luce del tuo respiro”, “luce dentro gli occhi”, e scintillio (della schiuma dell’onda, ma anche del pensiero “che penetra il fiore”). Fin dalla prima raccolta di Bariffi (“Aria di lago”, 2006), l’osservazione e fin quasi l’immedesimazione col dato naturale rappresenta, anche soltanto ad un rapido sguardo, la cifra specifica del suo immaginario; con la seconda raccolta (“Rapsodia in rosso”, 2013) e soprattutto con la terza (“Geografia dell’altrove”, 2016) questa costante tematica s’approfondisce, s’interiorizza e s’addensa in complessi movimenti di parola e di pensiero, volti sempre più a scandagliare l’intima risoluzione, sua e non assimilabile ad altre esperienze, di quell’osservare, di quell’immedesimarsi originari.

A conferma di questo tratto tematico specifico, in questa breve silloge – arricchita dalle tavole del grafico bolognese Alberto Cini, che utilizza un segno essenziale e preciso per riconsegnare visivamente congiunture tematiche ed emotive ben presenti nel testo – Bariffi ci comunica subito, in esergo, il campo privilegiato entro il quale si muove il suo immaginario: “lussuria liquida sugli zigomi del mondo”.

Gianmarco Pinciroli







E', appunto, l'immagine della rosa, mi sembra, a dare la centralità tematica di questi testi  Le rose le rose ancora le rose / lussuria liquida sugli zigomi del mondo – con tutte le varianti della sostanza effimera del Fiore: – Risucchia ogni bene / bellezza di un pensiero / che penetra il fiore –, e del trascolorare del Rosa e del Bianco nelle albe e nei tramonti.    


Tutto questo desiderio avviene proprio perché la brama di vivere affonda le sue radici nel timore ancestrale dell'incompletato, del non più possibile. L'eros che in queste poesie si palesa, è il movimento delle cose verso le altre cose a loro somiglianti. Per non morire del tutto, per sentirsi parte dello stesso procedere di ogni sostanza verso lo splendore e l'oblio:  Vena pulsante / nervo scoperto / mio mare interno / oscuro come la verità – .


Le immagini di Alberto Cini suggeriscono, poi, regalando al testo un'indicazione di percorso ulteriore, un'escursione verso il favoloso, la sottrazione del colore, un'Alice un po' perduta nella sua “altra” lingua. 


Sebastiano Aglieco

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